E' una sintesi estrema, su argomenti affrontati in questo forum; sono considerazioni personali, in attesa degli atti del congresso. innanzitutto il link: http://www.aiob.it Rimozione amalgama: il dr. Pische ha presentato il suo sistema, e ne ha verificato l'efficacia. Siamo ancora nel tempo delle sperimentazioni e delle "soluzioni artigianali" e autoprodotte, e al confronto delle varie tecniche. Questa tecnica differisce in parte da quelle da me conosciute e da me applicate. Ossigeno: sono stati avanzati sospetti che la somministrazione di ossigeno sia controproducente. Siamo comunque ai "dettagli" non alla "sostanza", per quanto riguarda il paziente (è un mio personale giudizio); differenti tecniche di rimozione possono portare a piccole quantità di variazione nello sprigionamento di vapori di mercurio; queste quantità andrebbero confrontate con la quantità di vapori prodotte da una amalgama nel suo "normale ciclo di vita". Avanzo il sospetto che venga liberato più mercurio tenendosi l'amalgama per un mese, piuttosto che andare da un dentista che usa una tecnica di rimozione non "al meglio" (ATTENZIONE: ho scritto al meglio, NON schifosa!). Diverso il punto di vista da parte dell'operatore: l'esposizione ai vapori è quotidiana, e l'intossicazione quotidiana. Chelazione: i pareri sono discordi. Una relazione chiarissima del dr. Mariani ha illustrato la tecnica di chelazione con EDTA; le concentrazioni sono decisamente più alte di quelle da me usate. L'efficacia della chelazione con EDTA è non solo verso il mercurio, ma verso un polimetallismo e tantissimi altri inquinanti, DDT, diserbanti, conservanti... E' stato dimostrato l'effetto antiossidante della chelazione, che precipita verso valori (Unità Caratelli) prossimi a 7 - 10, contro i 400 - 500 di partenza. E' stato obiettato che l'EDTA non passa all'interno della barriera cellulare; ma è stata verificata comunque l'efficacia della chelazione. Si pensa che lo spostamento del mercurio dal comparto intracellulare avvenga per "effetto massa". Nel "dopo congresso", disquisendo con il dr. Mariani, si argomentava dell'EDTA in confronto al DMSA e al DMPS, alla loro tossicità elevata, e al fatto che, sosteneva il dr. Mariani, anche per loro non c'è la dimostrazione del passaggio nella barriera cellulare, e la loro azione era per "effetto massa". http://www.mmmariani.com Compositi: Una ricerca dell'università di Genova ha paragonato la citotossicità (tossicità nei confronti delle cellule) del Diamond Crown con altri compositi in commercio. Stando alla ricerca, non è emersa una diferenza statisticamente significativa fra gli otto compositi testati. Nessuno di loro porta sofferenza cellulare. In altre parole, il Diamond Crown è un ottimo composito, per caratteristiche meccaniche, ma assolutamente analogo ad altri per caratteristiche biologiche. Grande imbarazzo infatti per il relatore successivo, che parlava a nome della ditta venditrice, sponsor del congresso. Ha puntato tutta la sua relazione non sulla biocompatibilità, ma su altri aspetti clinico.fisici del suo composito. Continuerò a non usarlo, con l'anima in pace e certo di fare la cosa più giusta per i miei pazienti. La ditta venditrice fra l'altro ha una politica di vendita estremamente aggressiva, e mi sembra pronta a raccontare ogni fessseria pur di strappare qualche vendita in più; è uno dei motivi per cui alcuni anni fa ho rotto ogni rapporto con loro. Sergio Formentelli medico chirurgo odontoiatra Mondovi' CN Milano