La resina perfetta non c'è ancora


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    Attendiamo novità sui materiali biocompatibili per otturazione

    I requisiti per un prodotto da otturazione sono: resistenza meccanica alla pressione, allo sfregamento, all'abrasione; aderenza ai tessuti dentali; isolamento termico, estetica, stabiltà nel tempo e in rapporto alla saliva, ecc. Ma il requisito più importante resta l'assenza di tossicità per il dente e per l'organismo.
    La biocompatibiltà del materiale diventa un criterio primario di scelta.

    L'ideale per un materiale di otturazione dentaria sarebbe che si unisse alla struttura stessa della dentina e dello smalto per integrarsi nella sostanza del dente. E ' un'illusione? Forse no, se la ricerca di questo materiale va di pari passo con tutte le misure necessarie ad assicurare una buona rimineralizzazione.
    Bisogna anche che il dente si trovi nelle condizioni in cui il fluido dentinale scoperto da Steinman operi in piena funzionalità. In questo caso la polpa dentale potrebbe apportare le sostanze minerali indispensabili alla ricostruzione delle strutture dentarie e partecipare alla rigenerazione della cavità scavata dalla carie.

    A partire dal 1979 diversi gruppi di ricercatori hanno sviluppato in Francia una tecnica dei biomateriali particolarmente interessante:
    pezzi di corallo vengono puliti, sterilizzati, tagliati e levigati per essere impiantati al posto di un osso ridotto a mal partito, quando si sono avute perdite ossee notevoli, per esempio dopo un incidente.
    Questa tecnica sostituisce il classico impianto osseo, perche' il corallo ha il grande vantaggio di permettere ai vasi sanguigni di riformarsi all'interno delle sue numerose porosità.
    All'interno stesso del corallo si instaura infatti una circolazione sanguigna che apporta le sostanze minerali utili per la rimineralizzazione.
    Di conseguenza, questo materiale finisce per incorporarsi alla sostanza ossea e il corallo diventa parte integrante dell'osso.

    Queste ricerche hanno portato a impiegare il corallo in innesti non solo a livello degli arti, ma anche delle mascelle, nel caso di denti scalzati o sostenuti da un osso troppo debole.
    Anche gli impianti dentari eseguiti con conchiglie, messi a punto di recente in Francia, sembrano offrire ottime garanzie di biocompatibilità.

    Non pare assurdo ipotizzare che un biomateriale analogo al corallo possa intervenire nella composizione di un prodotto per otturazione dentaria.
    Gli anni futuri ci daranno la risposta.

    Il mare e' una preziosa fonte di elementi minerali: li stiamo già utilizzando attraverso le alghe, le farine di conchiglie e molti rimedi rimineralizzanti. Le scoperte che coivolgono l'ambiente marino sembrano lungi dall'essere esaurite.

    Chi fosse al corrente di nuove ricerche può comunicarcelo.


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    La materia
    è energia: è fatta di atomi che ruotano vorticosamente.
    E se si potesse concepire che anche il dente è energia?

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