Dialogo fra dentisti sulla opportunità di estrarre i denti devitalizzati

Autore: Antonio
Data:   14/04/02

I denti devitali possono causare danni enormi. Il difficile, deontologicamente, civilisticamente e clinicamente, e' decidere se e quanto grande e' il danno per il singolo paziente. Per cui va valutata la patologia del paziente, il rischio, il possibile guadagno in salute, e poi si opera. Volete tutti risposte "si o no". NON e' possibile! dipende dal caso. Se una ha un tumore, certamente saro' portato a togliere tutti i denti devitali, visto il rischio alto; se uno ha una febbricola togliero' prima le amalgame e valutero' il risultato, poi i metalli e valutero' il risultato, poi il dente devitale piu' "neurologico", e valutero' il risultato, e in fine, se proprio non ho otteluto nulla, nenache con la dieta, il riequilibrio della flora intestinale, l'eliminazione delle geopatie, la neuralterapia, e cos'altro valuto meno aggressivo di togliere tutti i denti devitali, informando il paziente e facendomi dare il consenso informato scritto che e' un tentativo per migliorare la sua salute, gli togliero' tutti i denti devitali. E' chiaro ora?


Autore: Luciano Baldetti
Data:   15/04/02 13:54

Non volendo innescare polemiche pure mi sembra di poter affermare che le opinioni del Dott. Miclavez sulla necessità, anche se da quel che ho capito come estrema ratio, di estrarre denti non vitali non possano essere condivise.
In assenza di un sintomatologia endodontica dimostrabile (radiograficamente e clinicamente) non mi sembra che a oggi si possa affermare che una estrazione con le conseguenze che certamente porta possa essere giustificata, non mi sembra di ricordare studi rilevanti condotti sull'argomento in cui si dimostri in modo inequivocabile che in presenza di una endodonzia eseguita "lege artis" vi sia un pericolo tale per la salute del paziente da giustificare un intervento cosi mutilante come una estrazione.
Ricordo la possibilità di ritratare il canale già sottoposto ad endodonzia, ma in presenza di quei segni che universalmente sono riconosciuti come segni di guarigione endodontica ( che non è ovviamente solo la scomparsa della sintomatologia algica) non credo che si debba estrarre...
Questa la mia modestissima opinione di dentista di campagna.


Autore: Antonio Miclavez
Data:   16/04/02 07:30

Caro collega, ti rispondo inviandoti una parte del mio libro, che parla dei foci. Buona lettura, e aspetto dopo un tuo commento!
Cordiali saluti
Antonio Miclavez

INSUCCESSI NELLA TERAPIA DEI FOCI DENTARI

Le cause degli insuccessi nella terapia dei foci dentari possono essere così classificate:

1. Insufficiente diagnosi o terapia del focus stesso.
2. Foci odontogeni causati da foci linfogeni.
3. Insuccessi da sovraccarico di tossine batteriche o virali.
4. Insuccessi da foci otogeni dopo defocalizzazione degli ottavi odontoni superiori o inferiori.
5. Insuccessi da cicatrici della mucosa orale dopo operazioni sul seno mascellare o su altri seni paranasali.
6. Insuccessi da campi di disturbo addominali o pelvici.
7. Insuccesso da sovraccarico da noxae chimiche.
8. Insuccessi da sovraccarico da noxae fisiche.
9. Insuccessi da vita antigienica.
10. Risultati insufficienti da noduli mammari.
11. Risultati non duraturi da disturbi dell'articolazione temporo-mandibolare.

Relazioni tra la Mammella e gli Odontoni

La mammella contrae relazioni col 4° e 5° inferiori e col 6° e 7° superiori. Questa correlazione si spiega per mezzo del decorso del meridiano dello stomaco. Questo, infatti, attraversa ed alimenta energeticamente la mammella.
Un focus odontogeno può indurre, omolateralmente, l'insorgenza di noduli mammari. Questi possono regredire, se non concomitano altre cause, trattando il focus e somministrando dei nosodi specifici per la mammella (Riutis o altri). Per i noduli di vecchia data è necessario il trattamento odontogeno per evitare la degenerazione maligna, quando si aggiungano altri stimoli patogeni.

Relazioni tra Sistema Linfatico ed Odontoni

Il sistema linfatico è in relazione col 5° odontone superiore. La ghiandola timica è collegata al sistema linfatico. Il meridiano linfatico decorre lungo il braccio tra i meridiani del polmone e dell'intestino crasso; Poiché questi due meridiani sono collegati al quinto odontone superiore, la stessa relazione vale per il sistema linfatico ed il vaso linfatico, che ha un percorso analogo ai due precedenti. Il sistema linfatico è in stretta relazione con la milza.

Analizziamo separatamente ciascuna delle cause di insuccesso:

1. Insufficiente diagnosi o terapia del focus.

a) Insufficienza diagnostica a livello dei foci attivi o latenti. Lo stesso stress operatorio può risvegliare foci latenti in prossimità della zona di intervento od in altri punti delle mascelle. Si deve eseguire quindi una stimolazione con correnti per localizzare i foci latenti già prima dell'intervento.
b) Dopo ogni estrazione dentaria si deve eseguire una fresatura dell'alveolo e non limitarsi alla sua raschiatura, poiché possono rimanere residui ossei infiammati nella zona periapicale.
Per essere sicuri che non siano rimaste tali zone, si deve eseguire un controllo postoperatorio con l'EAV usando ad esempio Phocus Comp CSM. Se si ottiene un riequilibrio, il risultato è soddisfacente.
c) Se, dopo l'estrazione, non abbiamo un aumento della potenza dei nosodi dentari, la causa può essere un'alveolite od una lesione traumatica dell'alveolo che debbono essere trattati con Nosodi Dentari, Nos. Batterici ed Organoterapici.
d) Vi può essere un'inavvertita inclusione di amalgama nell'alveolo, che funge da corpo estraneo.
e) I tamponi iodoformici possono provocare necrosi ossea locale, ma anche un'azione tossica su tutto l'organismo con sintomi cerebrali (cefalea, astenia), cutanei (eritemi, eczemi), renali (albuminuria ed ematuria), cardiaci (tachicardia), ed oculari (neuriti retrobulbari).
f) Reazioni allergiche da penicillina nei pazienti sensibili.

2. Insuccessi della defocalizzazione da foci linfogeni.
Lo stress operatorio può attivare foci latenti nelle mascelle, tonsille, tessuto peritonsillare, linfonodi cervicali profondi. Tali eventualità debbono essere diagnosticate per mezzo del test di stimolazione elettrica. Inoltre, le tonsilliti recidivanti possono essere secondarie all'assorbimento di amalgama, il quale deve essere allontanato. Per trattare i suddetti problemi deve essere eseguita una terapia adeguata di riattivazione mesenchimale (TonsComp CSM).
3. Insuccessi della defocalizzazione da tossine batteriche e virali.
Queste infezioni possono provocare sia un'alveolite che una sinusite. Si tengano presenti i rapporti energetici di interrelazione tra i seni paranasali ed odontoni, organi e tessuti specifici.

4. Insuccessi nella defocalizzazione dell'ottavo odontone superiore ed inferiore.
In questo caso si deve ricercare un eventuale focus otogeno.
Inoltre, il trauma operatorio da estrazione dell'ottavo superiore può portare alla focalizzazione dello spazio retromolare o nono odontone. In questo caso si può avere una positività al test EAV col nosode ZAHNSÄCHKEN (sacchetto dentario) a basse potenze.

5. Insuccessi per cicatrici della mucosa orale dopo operazioni sul seno mascellare.
Il focus cicatriziale è provocato dalla cicatrice non nella sua totalità, ma solo in alcuni, punti. Esso agisce impedendo la circolazione energetica lungo i rami secondari dei meridiani e dei vasi energetici; I foci cicatriziali si possono curare usando impletolo o procaina.

6. Insuccessi da campi di disturbo addominale o pelvico.
Bisogna investigare e stabilire se c'è un campo di disturbo ileocecale, appendicolare, annessiale, diverticolare, colecistico, ecc.

7. Insuccessi da noxae chimiche che provocano un sovraccarico del locus minoris resistentiae.
Le sostanze in causa possono essere: insetticidi, erbicidi, pesticidi (negli alimenti), acido cianidrico (negli alimenti con mandorle amare), arsenico (nei superalcoolici e nel vino rosso), uretano (nel vino), tetracloruro di carbonio, tricloroetilene, acetone, alcool metilico, alcool isopropilico (insolventi e smacchianti), spray per capelli, deodoranti. Tutte le intossicazioni da queste sostanze debbono essere diagnosticate ed eliminate con terapia nosodica e di accompagnamento adeguate.

8. Insuccessi da noxae fisiche.
Ad esempio, irritazioni meccaniche delle gengive da protesi non tollerate; campi di disturbo elettrici (tubi al neon troppo vicini al capo, ecc.).

9. Insuccessi da vita antigienica.
Gli stress fisici e psichici troppo forti diminuiscono le difese generali e risvegliano la sofferenza del locus minoris resistentiae.

10. Risultati non duraturi da disturbi dell'articolazione temporo-mandibolare.
Nelle malocclusioni si ha il sovraccarico di uno o più denti che porta a paradonziopatie e a reazioni pulpitiche. In questi casi il trattamento con nosodi non risolve durevolmente il problema, che deve perciò essere risolto con un trattamento ortodontico.

PROMEMORIA PERSONALE
Anche per interventi di chirurgia odontoiatrica con rimozione foci

Da assumersi prima dei pasti:
Da una – due settimane prima dell'intervento:
Trau-comp: 10 gocce x 3 volte al dì
Dren-comp: 10 gocce x 3 volte al dì
Phocus-comp: 10 gocce x 3 volte al dì
Piaccasette CSM (riequilibratore del PH ematico): seguire attentamente le indicazioni e misurare il PH con le stricchette allegate

Dal giorno dell'intervento a 5 giorni dopo:
Trau-comp: 10 gocce x ogni due ore
Dren-comp: 10 gocce x ogni due ore
Phocus-comp: 10 gocce x 3 volte al dì
Piaccasette CSM (riequilibratore del PH ematico): seguire attentamente le indicazioni e misurare il PH con le stricchette allegate
Postex: 10 gocce x 3 volte al dì

Da 5 giorni dopo a 1 mese dopo:
Phocus-comp: 10 gocce x 3 al dì
Dren-comp: 10 gocce x ogni due ore
Piaccasette CSM (riequilibratore del PH ematico): seguire attentamente le indicazioni e misurare il PH con le stricchette allegate

Biocollutorio: casi acuti con gengivite e dolori: 15 gocce ogni due ore in un bicchiere di acqua tiepida, tenere in bocca il più possibile e poi sputare; terapia continuativa: 2 gocce in un bicchiere di acqua tiepida, tenere in bocca il più possibile e poi sputare.

Per aiutare la disintossicazione e la guarigione, durante il giorno bere acqua calda, almeno a temperatura ambiente (un termos di acqua calda bevuta a piccoli sorsi durante il dì); berne di più se l’urina è di colore giallo carico, fino a che il colore diventa trasparente.


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e al riguardo, racconterò una storia.
Il Dr. Weston Prince, dentista americano, fece una cura canalare ad un molare di un ragazzino di 16 anni. Il ragazzino morì di infarto dopo un mese. Sospettosi che magari il dente aveva potuto essere la causa del decesso, lo fece togliere durante l’autopsia. Lo tagliò a fettine, e mise una delle fettine sotto la cute di un coniglio, che morì di infarto dopo 2 settimane. Il Dr. Prince tolse la fettina di dente dal coniglio morto, e la mise sotto pelle ad un altro coniglio, che pure morì di infarto dopo qualche settimana. E così avanto con altri conigli ...... tutti morivano di infarto dopo un pò ...... al centesimo coniglio morto, il Dr. Price interruppe l’esperimento che aveva dimostrato chiaramente (i soliti “scienziati” diranno che non vale perché non c’era il doppio cieco), un nesso causale fra il dente ed il decesso del bambino, e passò gli ultimi 20 anni della sua vita dedicandosi alle ricerce sulla tossicità dei denti devitali. Troppo grande era il rimorso per aver ucciso quel bambino di 16 anni, che era suo figlio. Ecco in tutta a sua tragedia che cos’é un focus.

Starà al dentista ed al medico, di comune accordo, decidere se prediligere la salute del paziente o scendere ad un compromesso per evitare la protesi totale. In un paziente con un tumore ovviamente toglieremo tutti i denti morti, se la patologia é meno grave cercheremo un compromesso.

La ostcite mascellarc cronica vicne ancora oggi considerata come una malattia localizzata alla mascella o alla mandibola.
Eliminando chirurgicamente tutto il materiale osteitico abbiamo potuto notare come la scomparsa della sintomatologia abbia potuto permanere nel tempo. Il continuo aumento delle malattie croniche che la medicina classica non riesce a curare dovrebbe farci meditare un momento sulle metodiche diagnostiche e terapeutiche di cui al giorno d’oggi siamo in possesso.
Il Prof. Pischinger nel suo libro “Il sistema della regolazione di base” apre una nuova porta su diagnosi e terapie delle malattie croniche.
Nell’ambito del sistema biologico cellula- terreno, sottolinea l’importanza dei processi di regolazione all’intemo delle vie estremamente intricate dei sistemi regolatori del corpo, i quali sono responsabili di ogni processo patologico. L’eliminazione degli impulsi patogenetici cronici, che ancora a monte della malattia cronica avevano disturbato i processi regolatori dell’organismo fino alla malattia somatica nello stadio finale, è un momento fondamentale nel nostro tentativo di sanare il paziente in modo causale e quindi definitivo.
Impulsi patologici massivi vengono mandati continuamente dal luogo in cui il tessuto è danneggiato e non è più in grado di rigenerarsi.
L’osteite mascellare cronica é al giomo d’oggi ancora troppo poco considera- ta sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico.

I carichi odontogeni possono provocare i seguenti effetti:
1. Disfunzione: cioè alterazione di una funzione specifica.
2. Distonia: alterazione della contrattilità dei muscoli lisci dei vasi sanguigni e linfatici che si può manifestare con una differenza della pressione arteriosa tra destra e sinistra o con un aumento o diminuzione della P.A. (a seconda che il focus abbia un effetto iper o ipotonizzante).
Si distingue una distonia neurocircolatoria con disturbi funzionali nella distribuzione del sangue ed una distonia vegetativa con alterazione dell’equilibrio tra simpatico e parasimpatico.
3. Disregolazione: ad es. discinesie muscolari che portano ad una fissità della muscolatura e, infine, ad una distrofia; una vasocostrizione cronica può portare ad un’atrofia di Sudeck.
4. Dismicrobismo: l’alterazione della flora batterica intestinale può dare un aumento dei processi putrefattivi con patologie da autointossicazione per riassorbimento di prodotti tossici.
Inoltre, i germi disbiotici patogeni, possono colonizzare la cistifellea e le vie biliari con conseguenti colangiti, colecistiti e ridotta produzione di vit. B.
5. Alterazioni enzimatiche: l’alterata produzione di enzimi porta ad un accumulo dei prodotti intermedi del metabolismo.
Ad es., con un deficit di proteasi, si ha un iperaccumulo di istamina, istidina, acetilcolina e peptoni che possono favorire la comparsa di allergie.
6. Dispepsia: deficit della funzione digestiva da disbiosi, da insufficienza di enzimi digestivi e da altre cause.
7. Disionia: alterazione dell’equilibrio elettrolitico e quindi dei rapporti tra i minerali (ad es. tra K e Ca).
8. Disosmosi: alterazione del passaggio di liquidi dal plasma all’interstizio e viceversa.
9. Discolloidia: passaggio da Sol a Gel con precipitazione di sali a livello renale o biliare e formazione di calcoli.
10. Disprotidemia: alterazione delle proteine plasmatiche da danno epatico peggiorato se in precedenza vi erano stati altri fattori epatotossici come: epatite, intossicazione da insetticidi o da altri composti chimici.
11. Disossiemia: alterazione dell’ossigenazione con ipossia o discrasia
ematica.
12. Distrofia: alterazione della nutrizione nei processi di assimilazione.
Un ultimo effetto aspecifico dei foci è quello di intaccare facilmente i “loci minoris resistentiae” di origine congenita od acquisita.


Quindi:
1. I denti vitali possono non essere completamente sani o liberi da foci.
2. L’EAV mostra che la pulpite cronica è limitata alla polpa solo nello stato iniziale ma, successivamente, si estende anche alla regione circostante con lo sviluppo di una periodontite e di una osteite mascellare cronica; infatti la polpa ha un continuo scambio metabolico col resto dell'organismo attraverso l’apice radicolare, i canalicoli dentinali e laterali.
3. L’EAV permette una diagnosi delle pulpiti e delle osteiti croniche che, attualmente, non sono rilevabili con altri metodi.
4. L’EAV ha dimostrato che, nell’organismo, non vi sono solo vie di controllo neurali ed umorali, ma anche importanti vie cibernetiche per mezzo dei meridiani di agopuntura.
Il Dr. Thomsen di Amburgo afferma che i foci dentari da pulpiti od osteiti croniche possono essere diagnosticate con sicurezza solo con l’esame istologico, ma tale metodica non è utilizzabile in vivo.
Questi effetti focali a distanza possono bloccare l’azione di metodi terapeutici altrimenti efficaci come l’omeopatia e l’agopuntura.
Quindi i metodi di ricerca clinici debbono essere ampliati per riuscire a dare uno sguardo ai processi di regolazione dell'organismo; l’EAV fornisce questa possibilità Poichè, però, a volte, il risultato del test EAV non è in accordo con i dati clinici e radiologici, Thomsen ha estratto i denti che, al test EAV, mostravano un forte effetto focale (tre o più fiale alla D3 di nosodi dentari come Cr. pulp., Gangr. Gran. o Kieferostitis) ed ha poi esaminato questi denti istologicamente.

- Conclusione: Per i nostri pazienti gli esiti degli intervcnti chirurgici atti a sanare una zona della mascclla da materiale osteitico, sono definiti spesso come miracolosi. Lo scrittore Ernst Juinger dice: “Il miracolo non è un ececzione, ma solo una conferma dell'esistenza di connessioni complicate”. Le connesssioni nella nostra (terapia, come l’abbiamo scritta sopra, sono la regolazione, che si chiama sistema di Pischinger, la quale regolazione viene semplicemente di nuovo ripristinata quando gli ostacoli che ne impediscono l’espletazione vengono allontanati.
La mucosa vaginale che improvvisamente ritrova la forza di autoregolarsi, guarisce proprio come i bronchi o il cuore guidati da un sistema vegetativo ora normalizzato. Non dimentichiamo che una delle cause principali
del blocco dclla regolazione dei vari sistemi del corpo è l’osteite mascellare cronica.
Interventi che sanano le osteiti mascellari portano, malgrado il rischio intraoperativo e l’estrazione dei denti che a volte siamo obbligati ad eseguire, ad una guarigione definitiva di malattie croniche resistenti a qualsiasi tipo di terapia.

Ecco alcuni casi di guarigione dopo risanamento focale:

- Giacinto C.; da 12 anni colite cronica; dalla lastra panoramica, grosso granuloma in zona del 36, ovvero zona dell’intestino crasso. Copertura omeopatica con Phocus comp, poi estrazione del dente: il giorno dopo, subito risoluzione della colite, che non si é più ripresentata dopo 4 anni. Ogni tanto, piccole ricadute, dopo eccessi di cibo, ma senza paragone con quelli di prima.Epicondilite sparita.
- Giovanna D..; carcinoma non Hodgkin stadio ..., risentimento linfonodale al collo sinistro. Furono dati 3 mesi di vita. Estratti il 26 ed il 36 già alla prima seduta, vista la gravità e urgenza. Con un collega, venne seguita la parte medica con supporto omotossicologico e dietetico.
Dopo 6 mesi, la paziente é ritornata ingrassata e vispa. Migliorati i sintomi, biopsia negativa, ma linfonodi ancora gonfi. Rimanevano tre denti sospetti: il 24, il 27 ed il 37. Alla domanda: “che articolazione fa male?” Giovanna fece vedere il ginocchio sinistro, menisco interno, che da 10 anni le impediva di salire bene le scale. Test dell’anestesia in zona apicale 27: niente. In zona apicale 37: niente. In zona apicale 24: passato come per miracolo il dolore al ginocchio. Giovanna saliva le scale ridendo, senza dolore. Tolto il 24, pur essendo vitale o parzialmente vitale, il ginocchio non fece mai più male.
- Giuseppe I.; un simpatico signore di 86 anni, papà di un mio amico, che da una settimana non evaquava più le feci. Portato d’urgenza in ospedale, fu diagnosticato un tumore ostruente del retto terminale. Venne prenotato d’urgenza per l’intervento chirurgico il giorno dopo. Il figlio disperato mi chiese di fare qualcosa. Alla visita intraorale, le gengive erano rigonfie ed infiammate. Alla lastra panoramica, grossi granulomi in zona molare, quindi intestino, stavano bloccando il riflusso linfatico intestinale. Tolti con grande fatica subito i denti, fra le lamentele del povero signor Giuseppe, che non capiva perché lo stavamo torturando. Iniziato il semidigiuno ed una serie di clisteri con olio e con tubicino sottilissimo, il sig. Giuseppe al terzo giorno finalmente andò in bagno. Dopo 2 mesi dovette tornare in ospedale (lo portarono in un altro per evitare di trovare i chirurghi che lo volevano operare),per una ritenzione di urina, in quanto aveva la prostata ingrossata. Lì gli fecero anche un clisma, che risultò negativo; dunque del tumore niente più traccia: si era riassorbito.




Autore: Antonio Miclavez
Data:   19/04/02 18:07

prova: io faccio compilare un "papiro clinico" di 20 pagine, e vedo prima e dopo l'eliminazione quali sintomi sono passati. E' cosi' che mi sono convinto, dopo aver sentito pareri pro e contro. Ti invito a fare lo stesso. Se non fai una anamnesi accurata non saprai mai se e' guarita un febbricola o una leucocitopenia, o una psoriasi.
Se vuoi, chiama la AMON, 0432 575513, e ti invieranno gratis il mio papiro. Mettici la tua intestazione, e comincia ad osservare.
"Provare va' oltre studiare", dicono in Austria.

E su questo mi pare che siamo d'accordo.

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