Autore: shakti
Data:   20/03/02

Molina sostiene che il disturbo occlusale, il suo inizio, il suo aggravamento, il mutevole andamento e perpetuazione nel tempo, spesso sfugga alle leggi organiche coinvolgendo la sfera emotiva. Partendo da tale considerazione, pur affermando di non voler invadere un campo NON DI SUA COMPETENZA, si perde in pure speculazioni di stampo psichiatrico...
Di allucinazione in allucinazione arriva ad affermare che
-quando il bite non dà risultati
-quando il paziente si lamenta degli insuccessi precedenti,
-quando se la prende con un dentista in particolare,
-quando dimostra una conoscenza in materia e crede di capire perchè le cose non hanno funzionato.....si può parlare di origine psicogena del problema!
-Se poi tira fuori le placche volendo spiegare magari gli sbagli d'inclinazione o quant'altro...la sua posizione si aggrava...
-Se dopo aver ricevuto vari ritocchi col molaggio, il nostro non ha risolto ma invece acutizzato il suo senso propiocettivo, il povero dentista non può far nulla per questo insoddisfatto se non mandarlo dallo psicanalista.

E' chiaro, a suo vedere che il disagio occlusale sarebbe una difesa, un pretesto per non affrontare problematiche profonde che gli causerebbero più dolore!!!

Chi si lamenta è perduto...caso psichiatrico...

Come vedete, tutto è rivolto
-a non mettere in discussione il proprio operato,
-a giustificare aprioristicamente ogni fallimento della casta,
-a non considerare una visione a largo raggio dove il paziente possa essere parte attiva e partecipe...

Ci vogliono imbecilli, disinformati, insensibili e pure con la bocca cucita.
Visto che è diventato di moda parlare tanto di "caso psicosomatico" perchè non cominciano loro, per primi, a sottoporsi a psicoanalisi per rendersi consapevoli dei LORO GIOCHI PROIETTIVI?!?




Autore:  Adriana
Data:   22/03/02 23:58

A pag. 555 di un poderoso volume di M.Molina dal titolo "Concetti fondamentali di Gnatologia moderna"
è scritto testualmente:

"L'ansietà e lo stress nervoso (che una vita insoddisfacente spesso porta con sè) possono scatenare facilmente l'iperattività muscolare o anche uno spasmo vero e proprio (chiaramente tanto più facilmente quanto maggiore è la disarmonia occlusale presente).

Cio' accade più spesso nelle donne perché la loro tensione psichica si scarica più facilmente che nei maschi nel territorio oro-facciale.
Il dolore in questi casi è "reale" in quanto mediato da disarmonie neuro-muscolari e anatomiche, ma la sua origine è psichica.
Oltretutto, una volta originato, puo' autoperpetuarsi .....

.....E' possibile che queste persone percepiscano a livelli molto profondi e inconsci il benessere come l'equivalente di un terribile sentimento di solitudine.
Un dolore che non passa certamente, non abbandona, tanto più che puo' condurre dal medico... anche per più e più volte...
L'intensificazione psicogena in questi casi non è, ancora una volta, che una situazione di difesa....

...A complicare notevolmente il quadro clinico, nei casi di forte tensione emotiva, si sovrappone spesso l'emicrania vascolare (la cui eziologia risiede parzialmente o unicamente in una situazione di stress nervoso continuato)".

Commenti dell'APPIM

E lo sbilanciamento di mandibola e denti non potrebbe essere la causa "probabile" del dolore oro-facciale?
Come mai neppure un dubbio sfiora la Mente dell'Autore ?


Autore: Luciano Baldetti
Data:   23/03/02 07:06

Non credo che la sig.ra Valsecchi conosca Manu Ciao ( si scriverà così ? ) cantante simbolo del movimento no global, comunque una sua canzone dice :
Dipende, tutto dipende, da che punto guardi il mondo tutto dipende .....
che il bianco sia bianco e che il nero sia nero, che la scienza dica il vero....
dipende....
Entrando in queste cose, in questo mondo complesso che è un rapporto terapeutico, ci sono due reltà che si confrontano il terapeuta ed il paziente, parlo di rapporto terapeutico come dentista e come ne dovrebbe parlare uno psicanalista, il discorso può portarci lontano ma bisogna partire da i motivi per cui una persona decide di fare il medico....
Ovvio che ognuno fa storia a se, ma fondamentalmente i motivi sono diciamo morali e materiali, in alcuni prevarranno motivi materiali ( possibilità di guadagno, promozione e prestigio sociale ecc ), altri ricercheranno soddisfazioni morali ( l'autogratificazione del sentirsi utile agli altri, il desiderio di apprezzamento delle proprie qualità e la gratitudine dei pazienti ).
Ogni aspetto può presentare le sue patologie, ci sarà allora il medico esoso e lucrativo che vede nei suoi pazienti solo un cespite di rendita e si ingegna per spillare quattrini nel miglior modo possibile, e ci sarà pure il medico che vivendo ogni insuccesso come un rifiuto, elabora in modo personalistico il rapporto con il paziente non riuscendo a cogliere la reltà oggettiva dei fatti, rimuovendo l'insuccesso oppure diciamo
razionalizzandolo....
Negli inizi della mia carriera, come è ovvio, avevo meno esperienza e facevo più errori, talvolta quando il paziente se ne lamentava, io non li vedevo e mi "fissavo" che il paziente fosse "fissato", ho notato che il numero dei pazienti fissati diminuisce al crescere della mia esperienza clinica, casualità ?????
In un campo molto complesso come le malocclusioni, la frustrazione del medico e del paziente ( non vedendo risultati alle terapie) possono creare un pericoloso mix di fraintendimenti, di equivoci, di sospetti reciproci, dove non si capisce più niente e dove stare sul problema diventa difficile.
In termini psicoanalitici si parla di transfert e controtransfert, e gli errori non sono solo la macroscopica evidenza dello/della psicoterapeuta che si porta a letto il/la paziente, ma anche altri meno clamorosi ma altrettanto pericolosi, il creare dipendenza psicologica, il non riuscire a vedere problemi reali anatomici funzionali confondendoli con problematiche psicologiche ma anche viceversa.....
La psicologia transazionale e la relativa teoria dei giochi spendono molte parole al riguardo dei "giochi" che si mettono in scena in un ambulatorio medico, pazienti e medici che si ostinano a vedere successi dove non ci sono ( il gioco si chiama " Che grande uomo è Lei Dottore" ) , medici che perseguono l'insuccesso per poter dire che i pazienti sono tutti ingrati ( si chiama "Sto solo cercando di aiutarti" ).....
Consiglio un libro di Eric Berne " A che gioco giochiamo" edito Bompiani.
bhe magari ci si può tornare sull'argomento
Buongiorno a malocclusi e benocclusi :-)


Autore: maurizio
Data:   23/03/02

Dottore,
penso che il suo ragionamento sia ineccepibile ma cio' che confonde secondo me e' un altro punto.
Tutto cio' che ci circonda al giorno d'oggi,e' frutto del pensiero collettivo quindi vivendo in un'epoca consumistica e basata sulla monetarizzazione come la nostra,anche il settore medico come del resto tutti gli altri ,tira l'acqua al suo mulino anche se fa uscire farina marcia.
Come oggigiorno nascono mille lavori diversi per poter sbarcare il lunario,cosi' la medicina inventa mille patologie e mille specializzazioni per curarle ( non per guarirle ma per tenerle "sanamente-malate",cioe' per poter cosi' guadagnare e imperare) .
Psichiatri,psicoterapeuti,reumatologi,fisiatri,ortopedici e chi piu' ne ha piu' ne metta, non sono altro che il tentativo di dividere ulteriormente (come se non fossimo gia' abbastanza schizofrenici) la persona in tantissime parti quante sono le specializzazioni.
Dottore,mi rattrista che siete rimasti veramente pochi a lavorare per aiutare chi soffre..........oggi tutti lavorano per il proprio tornaconto.
Questo e' cio' che penso caro Dottore e spero in futuro di incontrare sempre persone come Lei ,che riescano a prendere coscienza dello sciempio e degli omicidi finora commessi in nome della salute e della buona fiducia dei sofferenti.




Autore: Luciano Baldetti
Data:   23/03/02 23:42


Giovedi scorso sono stato sul punto di "mettere le mani addosso" ad una dottoressa di un grande ospedale Romano che testuale mi ha detto che nel suo reparto ricovera chi vuole lei !!!!!
Queste persone sono la vergogna della categoria medica.
La tua analisi è giusta, anche nel campo dentale cercano di imporci la superspecializzazione, il dott. Pagliai ( che tu conosci) sostiene che continuando cosi arriveremo al dentista secialista nella cura del secondo molare superiore di destra !!!!!!
Ovvio che curando organi e non persone la visione di insieme va a farsi benedire e cosi il rapporto di comunicazione con il paziente, un libro che molto mi ha aperto gli occhi è" Psicologia odontoiatrica" di Willy Pasini, soprattutto la parte che riguarda proprio la patologia DEGLI ODONTOIATRI....
Dice che siamo tutti mezzi matti .... ma bho forse... io un po schizzato sono... :-)


Autore: shakti

Data:   25/03/02


Molina che pur dichiarandosi incompetente in materia, s’inoltra ad analizzare stati psichici e persino le schizofrenie, non fa che manifestare un bisogno narcisistico di soddisfazione della propria immagine. Il potere sembra infondere energia all’immagine del narcisista conferendogli una potenza che altrimenti non avrebbe. Potere, potere potere dove non esiste la coscienza del proprio sé.
Considerando che tutte le sue elucubrazioni non possono trovare verifica nell’esperienza personale, essendo egli sfornito di criteri di giudizio, il suo intento è sotto gli occhi di chi si consente di vedere.

Il nostro super-specialista si crea una teoria di supporto per non dover mettere in discussione il suo operato e i limiti del metodo.
Per andare nella sua direzione, e dirla in termini psicoanalitici, congelando il controtransfert, esprime i suoi impulsi inconsci e le sue reali motivazioni rinnegate in un “acting out” di colpevolizzazione del paziente.
Il metodo funziona, il paziente no.
Soffermiamoci al caso di pazienti che, stretti nella morsa dell’incompetenza e incoscienza altrui, possono intravedere l’uscita dalla vita come unica soluzione alle reiterate sofferenze.
Potremo attenderci che l’esperto pronunci il suo “ve l’avevo detto io che era un caso psichiatrico!”

La sua teoria espressa, consolidata e diffusa attraverso libri e corsi, costituisce la sua sfera protettiva che gli consente di esercitare il suo potere nell’illusione di non essere scalfito da insuccessi di sorta.

Gli adepti che hanno pagato sette milioni il corso del luminare, non possono che sentirsi appagati e alleggeriti da ogni responsabilità, inclini a perpetuare il metodo più che ad aprirsi ad altre possibilità.
Ci sono poi gli aspiranti alla carriera per i quali sposare la tesi del maestro diviene la condizione sine qua non per la personale ascesa.

A noi osservatori, succubi fruitori di un sistema anomalo resta la chiarezza di un oscuro brancolare, la spinta a ricercare nuovi percorsi per poter essere i protagonisti del nostro stato di salute.